Che senso ha l’esistenza delle province se non sono in grado di svolgere la loro funzione di riequilibrio territoriale? La Provincia nasce per riequilibrare le posizioni di forza tra i comuni, essere un contraltare alla città capoluogo, far si che le esigenze dei paesi più piccoli, e più in difficoltà, trovino sostegno e soluzione. Per far ciò servono rappresentati in provincia di questi territori e come vediamo dall’immagine che segue, l’esito del voto del consiglio provinciale di ieri (29/9/2024) va in direzione opposta.
Già prima della riforma del tanto contestato Renzi (in questo caso lo deve essere perchè ha peggiorato le cose), le province erano lontane e scarsamente efficaci a contrastare spopolamento e drenaggio di risorse dai territori marginali (le cosiddette aree interne) anzi, spesso ne erano loro stesso parte di questo fenomeno di drenaggio.
Oggi con questo meccanismo elettorale, al posto di riequilibrare il rapporto tra primi ed ultimi, si rafforzano ulteriormente i forti ed indeboliscono ancor più i deboli.
Perchè solo una rappresentanza politica forte delle esigenze dei territori può essere di aiuto a quei territori.
Ma vediamo come stanno le cose
Il consiglio provinciale si comporrà del presidente e di dodici consiglieri, di questi, 11 rappresentano paesi nella fascia d’oro (entro i 12 km a nord e sud dalla via Emilia), tra cui, 6 rappresentano paesi sulla via Emilia e di questi 5 rappresentano Parma.
Questa fascia d’oro corrisponde al 20% (33*24=792kmq) del territorio provinciale (3449kmq)
Solo due sono i rappresentati dell’80% del resto della provincia, quella più debole, quella dei territori interni, quella per cui la provincia dovrebbe esistere.
Le zone più a sud di Parma, prevalentemente montane pari, al 45% del territorio provinciale, quelle su cui si snoda la maggior parte del reticolo provinciale, non hanno nessun rappresentante in provincia.
A chi mi dirà:” ma la scelta è fatta in base alla popolazione” Io rispondo: “a parte il fatto che non è così perchè vengono premiati sempre i candidati che vivono nelle città più popolate, lo scopo della provincia è dare forza ai deboli ma soprattutto che queste zone si sono spopolate proprio a causa di questo meccanismo. ”
Lo spopolamento della montagna nasce:
- dalle norme che premiano i comuni più grandi (vedi norme sul consumo suolo zero, norme attività commerciali, fiscali, sicurezza, ecc),
- dal drenaggio delle risorse (economiche e umane) della montagna (vedi consorzio di bonifica parmense che a fronte di un fatturato di più di 15 milioni di euro ne spende solo 1.5 nel 60% del territori di sua competenza, vedi la gestione di quasi tutti i servizi da Parma o zone limitrofe) verso la fascia d’oro
- dal costo maggiore nel fare impresa
- dalla mancanza di infrastrutture adeguate
- dalla mancanza di servizi
- ecc
Tutto questo ha la sua origine nella quasi inesistente rappresentanza politica a livello: provinciale, regionale e statale di queste zone (spesso a causa dei meccanismi elettorali che premiano le zone più popolate dandogli rappresentanze superiori alla loro effettiva popolazione). I loro rappresentanti se esistono sono in via di estinzione.
Quindi bisogna trovare delle norme che li mettano sotto protezione o creare realtà amministrativo/politiche più vicine a questi territorio.
Quindi CANCELLIAMO le PROVINCE e ridiamo VITA alle COMUNITA’ MONTANE.
Perchè pensare che a chi amministra Parma, Fidenza, Collecchio, Colorno, ecc interessi tutelare chi vive nelle aree interne è un sogno. Diversi di loro preferiscono tutelare lupi ed orsi (anche perchè non li hanno loro sotto casa, nei loro giardini o nelle vie dei loro borghi).
Addirittura, in alcuni casi, presidenti e consiglieri non sanno nemmeno dove si trovano certi paese del parmense e “che fatica dover andare fin lassù per svolgere il loro ruolo”