Timore per l’istruzione in Val Ceno

Val Ceno. L’inverno demografico per molti comuni della Val Ceno, sta preoccupando notevolmente le amministrazioni soprattutto nei confronti di una continuità dell’istruzione.

Il caso di Varsi. Giovanni Ilariuzzi primo cittadino di Varsi, ha molto chiara l’indispensabile presenza di un plesso scolastico su di un territorio: «se finisce la scuola, finisce il paese». Varsi rappresenta un caso particolare di plesso scolastico in quanto le lezioni sono articolate per pluriclasse, rappresentando quindi una gestione complessa, ma Varsi non fa intimidire, al contrario, insegnanti e amministrazione fanno quanto possibile per garantire un servizio di alto livello che possa “ingolosire” e stimolare i genitori anche appartenenti ad altri comuni, ad iscrivere i propri figli presso le scuole di Varsi. Uno dei servizi fondamentali che propone Varsi è il doposcuola gratuito dove i ragazzi possono usufruire di aiuto compiti e laboratori finalizzati a stimolare l’apprendimento e arricchire l’esperienza. Inoltre viene offerto un servizio di pre e post scuola ed un trasporto scolastico in grado di arrivare anche ad altri comuni, il tutto offerto gratuitamente dal Comune di Varsi, tant’è vero che i costi affrontati dal comune sono consistenti e vengono gestiti dall’amministrazione grazie anche ai contributi che derivano dalle vincite di bandi. Di recente è stato vinto un bando regionale riservato alle pluriclassi e verrà impegnato per incrementare l’offerta formativa e confermare il servizio di pre e post scuola gratuiti.

Varsi conta 12 iscritti alla scuola dell’infanzia, 36 iscritti alla scuola primaria e 22 alla scuola secondaria. Quest’anno, grazie a nuove iscrizioni, è stata fatta una classe prima di 13 alunni non pluriclasse.

Il caso di Bore. Le scuole a Bore sono passate da pluriclasse alla chiusura e i bambini di Bore si vedono costretti a frequentare edifici scolastici siti presso altri comuni distribuendosi rispettivamente su Varsi e Varano de’ Melegari. L’edificio scolastico è stato oggetto di lavori e adeguamenti che lo hanno trasformato in casa di accoglienza/ostello per turisti e associazioni. A Bore è però presente il Boremifà, una scuola dell’infanzia sperimentale interamente gratuita (a pagamento vi è solo la mensa) al servizio dei cittadini di Bore. Oggi conta 13 iscritti e porta ancora il vanto di aver vinto un concorso indetto dalla Parmalat ed essere arrivati primi su più di 400 scuole, ma un altro successo è rappresentato dall’essere stata riconosciuta dalla Regione Emilia-Romagna come scuola sperimentale, può dunque ospitare bambini dai 1 a 6 anni, inoltre è esempio di collaborazione con il territorio in quanto, nel rispetto del concetto di «scuola diffusa», le attività vengono organizzate anche presso strutture limitrofe.

La professoressa Alessia Gruzza dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale Val Ceno, sottolinea l’importanza dei fondi del PNRR i quali verranno impiegati per rendere l’offerta formativa più interessante sia per alunni che per gli insegnanti, con l’attivazione di corsi di lingua inglese, attività di affiancamento e di tutoring per gli alunni più in difficoltà, così da fornire un valore aggiunto alle scuole di montagna e stimolare nuove iscrizioni.

Tuttavia ciò che più preoccupa non è lo spettro di chiusura degli edifici scolastici, ma un rischio reale è l’accorpamento dell’autonomia dei plessi, il timore che la gestione venga unificata e inserita in altre autonomie.

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