I giovani sono visti come un emergenza nell’Italia di oggi:
- da una parte ci sono quelli che escono troppo diventano bulli, delinquono si uniscono in le Baby Gang
- dall’altra quelli che si chiudono in casa isolandosi dai coetanei e dal mondo.
Due problemi che per alcuni sono due facce della stessa medaglia, secondo altri sono due fenomeni diversi e come tali vanno trattati.
Se del tema delinquenza giovanile si parla tanto, del ritiro sociale se ne parla troppo poco. Sta di fatto che è una emergenza sociale con numeri importanti anche se spesso taciuti perchè in molte occasioni riguardano i figli della società benestante e benpensante.
Aumentano i ragazzi e le ragazze che non hanno più una vita sociale reale, cosi come quelli che vivono in un mondo irreale (quello del web) perchè lo trovano più confortante, perchè se lo possono disegnare su misura e non hanno bisogno di affrontare i “paurosi” imprevisti.
Sempre più spesso al ritiro sociale si unisce anche quello dal mondo scolastico, ma non per ragazzi che hanno difficoltà di rendimento ma per bambine e bambini, ragazzi e ragazze intelligenti studiose, che si applicano e di buona famiglia.
Un tema importante quanto preoccupante.
Un problema che nasce dal fatto che le famiglie sempre più attaccate ideologicamente da tutti i fronti non sanno più che pesci prendere, perchè gli viene detto che qualunque cosa facciano sbagliano. Forse è proprio questa la medaglia che unisce le due facce, anche se motivi e soluzioni, forse, sono diversi per ognuna delle due medaglie.
Sta di fatto che qualcosa si cerca di fare per dare risposte. Non si sa quanto efficaci siano, o saranno, ma almeno ci si prova l’importante è che:
- si faccia tendo al centro le ragazze ed i ragazzi e non gli operatori,
- si faccia senza ideologie
- e si faccia valutando i risultati oggettivamente (quindi anche in questo caso senza ideologie).
Tra i vari progetti ce n’è uno che lavora sui i territoti che dalla pedemontana est arrivano sino alle cime della appennino est.
In questo caso ci si occupa di ritiro sociale. Il progetto si chiama A.V.E.N.G.E.R.S.
Di seguito vi proponiamo un comunicato stampa per capire di cosa si tratta.
I primi, importanti risultati del progetto A.V.E.N.G.E.R.S. attivato lo scorso autunno nei comuni del distretto Sud Est e realizzato con il contributo di Fondazione Cariparma
Ottantaquattro operatori formati, quattro classi coinvolte in percorsi di mediazione scolastica, dieci percorsi educativi attivati in contrasto al ritiro sociale di ragazzi e ragazze e potenziamento degli sportelli d’ascolto in tutti e sette gli Istituti Comprensivi del Distretto.
Questi i primi, importanti risultati del progetto A.V.E.N.G.E.R.S., acronimo di “Adolescenti Vulnerabili E Nuove Generazioni, Esperienze, Risposte e Sostegni”, avviato nell’autunno del 2023 nei 13 comuni del distretto Sud Est e realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariparma dal Centro per le Famiglie Distrettuale, Azienda Pedemontana Sociale, Unione Pedemontana Parmense, Unione Montana Appennino Parma Est e AUSL, in collaborazione con gli istituti comprensivi di Collecchio, Felino, Montechiarugolo, Traversetolo, Langhirano, Neviano Arduini – Lesignano Bagni e Corniglio.
Come la squadra di supereroi della Marvel in lotta contro il male, così A.V.E.N.G.E.R.S. si pone l’obiettivo di contrastare l’isolamento sociale dei giovani, attivando e coinvolgendo la rete istituzionale che costituisce la “Comunità educante” del distretto Sud Est. Un obiettivo da centrare attraverso diverse azioni, tra le quali il potenziamento degli sportelli di ascolto, interventi di sostegno educativo e mediazione scolastica con metodi innovativi, corsi di formazione per la specializzazione degli operatori sul tema del ritiro sociale che sappiano lavorare in sinergia nella programmazione e realizzazione di azioni integrate, laboratori rivolti ai ragazzi e alle ragazze a rischio.
L’attività di formazione e sensibilizzazione sulle tematiche dell’adolescenza e della preadolescenza, sulle forme di disagio e le nuove prospettive per la presa in carico di ragazzi e ragazze, è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto Minotauro e ha visto la realizzazione di 2 corsi. Il primo, rivolto agli operatori sociosanitari (assistenti sociali, psicologi, neuropsichiatri ed educatori), ha visto la partecipazione di 41 professionisti. Il secondo, dedicato al personale scolastico e agli educatori, è stato frequentato da 48 persone.
Il progetto, anche grazie al percorso formativo, ha permesso di creare un team specializzato sul tema del ritiro sociale composto da cinque educatori in grado di realizzare azioni integrate a scuola, a domicilio e in tutti i contesti ricreativi e socializzanti, in sinergia con i referenti delle istituzioni scolastiche, dei servizi sociosanitari ed educativi, del Centro per le famiglie e del terzo settore.
Una “task force” che ha già preso in carico dieci situazioni e ne sta valutando altre a rischio.
Importante anche il potenziamento degli sportelli d’ascolto all’interno di tutti e sette gli istituti comprensivi e l’attivazione di quattro percorsi di mediazione scolastica in altrettanti Istituti, con un approccio innovativo che prevede la ridefinizione positiva dei conflitti che permetta di prevenire violenze, aggressioni e fenomeni di bullismo.
Prossimo “step” di A.V.E.N.G.E.R.S., che avrà una durata biennale, sarà l’attivazione dei laboratori per ragazzi e ragazze sempre a rischio ritiro sociale.
I laboratori saranno organizzati per singoli o per piccoli gruppi in modo da favorire l’acquisizione di competenze e prenderanno il via nell’anno scolastico 2024-2025.