Per circa un mese, tra la fine dello scorso dicembre ed il gennaio di quest’anno, era stato l’incubo dei titolari delle lavanderie self-service della provincia. I suoi “blitz” avvenivano nelle ore pomeridiane e notturne, con lo stesso “modus operandi”, ovvero utilizzando piccoli arnesi da scasso come cacciaviti e grimaldelli, per forzare le gettoniere automatiche e fare razzia di monete e contanti, prima di allontanarsi a piedi dalla scena del crimine.
Le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Salsomaggiore e dei colleghi fornovesi hanno avuto inizio a seguito del furto tentato in una lavanderia di Fornovo Taro. In quel caso il ladro, dopo aver danneggiato la cassa automatica, forse allarmato dall’arrivo di qualche cliente o passante, si era dato alla fuga a mani vuote, provocando però gravi danni ai distributori di gettoni.
I successivi colpi invece, li ha messi a segno in due lavanderie di Salsomaggiore Terme, riuscendo ad asportare alcune centinaia di euro. La dinamica pressoché identica faceva sospettare subito i militari del Nucleo Operativo e della stazione di Fornovo, che seguivano le indagini in sinergia, che l’autore potesse essere la stessa persona.
Iniziava così un paziente lavoro di acquisizione di informazioni testimoniali, immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti nelle lavanderie e nelle aree pubbliche e sopralluoghi negli obiettivi colpiti.
Dall’acquisizione si è passati poi all’analisi, un lavoro metodico, senza lasciare nulla al caso, con l’unico obiettivo di identificare e fermare quello che per tutti era diventato “il ladro delle lavanderie”. Tassello dopo tassello, fotogramma dopo fotogramma il puzzle ha cominciato a prendere forma e sotto la lente d’ingrandimento dei militari sono passati una serie di nominativi che per caratteristiche fisiche e modus operandi erano compatibili con l’autore dei furti.
La perseveranza dei militari è stata premiata, quando, comparando le immagini acquisite, anche attraverso alcuni programmi informatici di riconoscimento facciale, il risultato dell’elaborazione ha consegnato agli investigatori un nominativo, attorno al quale i militari hanno inserito tutti gli elementi probatori acquisiti nel corso dell’attività investigativa.
Composto l’intero puzzle il 29enne gravato da precedenti penali, che nel periodo in cui sono avvenuti i furti dimorava nella cittadina salsese sottoposto all’affidamento in prova ai servizi sociali ed al momento in carcere per altra causa, è stato denunciato alla Procura di Parma per furto aggravato.