Le pietre di inciampo sono cubetti di metallo, simili a quelli di porfido dei selciati, su cui vi sono scritti i nomi e le date di: nascita, cattura e morte (o liberazione) delle persone internate nei campi di concentramento Nazifascisti. Un monito per noi e le future generazione.
Lo scorso anno, il 26 gennaio 2022, anche a Borgotaro sono state poste 3 pietre di inciampo per ricordare per ricordare: Bartolomeo Leonardi, Dora Klein e Giovanni Brattesani, perseguitati dal regime nazista e internati nei campi di sterminio.
Dei tre solo 1 sopravvisse alle persecuzioni: Dora Klein
Anche quest’anno, nella Giornata della Memoria, lo scorso 27 gennaio, a Borgotaro, si è ricordata Dora Klein.
Amministratori e cittadini hanno percorso le vie del paese in cui Dora fu internata da libera durante la seconda guerra mondiale. Un percorso tra i luoghi che ha frequentato sino all’arresto ed all’internamento ad Auschwitz, ad accompagnarli i volontari dell’associazione Emmanueli
Chi era Dora Klein? Era un ebrea polacca nata nel 1913, studiò Medicina a Bologna e si laureo nel 1936, divenne il più giovane medico donna italiano.
Dopo gli studi, durante una gita a Fiume, incontra un sottoufficiale di Marina e se ne innamorò.
I due avrebbero voluto sposarsi ma la Marina si oppose alla loro unione in quanto d’ora era straniera.
Nel frattempo la donna è il sottufficiale ebbero una figlia Silvia.
La donna sotto sorveglianza, in quanto ebrea straniera, non poté seguire il compagno in servizio di leva presso La Spezia e non poté scampare all’ internamento
Così nel maggio del 1941 fu internata, assieme alla figlia, a Borgotaro dove assunse lo status di internet libera. Stringenti le norme per lei: non si poteva assolutamente allontanare dal comune, non era possibile tenere con sé i documenti, possedere armi, leggere giornali stranieri, parlare di politica e intrattenere relazioni con la popolazione locale.
Dopo l’8 settembre tutti gli ebrei e jugoslavi internati Borgotaro in stato di libertà riuscirono a fuggire, ma non Dora. Fu così così decise di affidare la figlia a uno zio paterno che si trovava a Udine per salvarle la vita in quanto figlia di un genitore non un ebreo.
Dovette scontare, da sola, gli ultimi istanti dell’internamento a Borgotaro ed aspettare il momento dell’arresto.
L’arresto avvenne il 30 novembre 1943. Fu internata nel campo di Monticelli, quindi a Fossoli ed infine la direzione che prese fu quella di Auschwitz.
Si salvò dallo sterminio grazie alla laurea che aveva portato con sé . Venne così impiegata in un distaccamento del Campo come medico .
Indicibile ciò che patì e soprattutto ciò che vide, che in buona parte non ebbe la forza di raccontare a nessuno.