L’intricata selva di enti e norme che vincolano qualunque attività nella zone del fiume Taro tra Fornovo e Ramiola, ma anche più a monte, rendono impossibile spesso effettuare operazioni necessarie logiche e di buon senso. Appena ci si prova la prima domande è a chi chiedere? e così si scopre che si deve chiedere a quasi diversi soggetti diversi e, quando si inizia a contattarne qualcuno si scopre che ognuno passa la palla ad un altro.
Forse da questo nasce la dichiarazione della capogruppo di opposizione in consiglio comunale Fornovo Teresa Gardelli di chiedere di uscire dal parco del Taro.
Il parco del Taro infatti è uno dei tanti enti (forse uno dei più potenti perchè caricato della forza che ha dietro oggi l’ideologia che lo sostiene) a cui bisogna chiedere per fare qualunque cosa nella zona che dalla località il Lido alla foce del fiume Ceno fino a Ponte Taro bisogna interpellare per qualunque cosa riguardi l’alveo del Taro ma anche tantissimi chilometri quadrati di terreno ai suoi lati.
Purtroppo non è solo il Parco del Taro a decidere per questa zona ma tantissimi altri enti. Forse avrebbe più senso che ve ne fosse solo uno senza dover anch’esso sottostare all’uno o all’altro ente.
Questa selva di enti e rispettive norme da’ infatti la certezza che, nel momento in cui dovesse accadere qualcosa, non si sappia a chi dare la colpa per ciò che non è stato fatto e o per ciò che si poteva fare. Su quello che c’è da fare inoltre è importante ascoltare tutti perchè questo ci permette di vedere le cose da un’altra prospettiva: una prospettiva non ideologica ma concreta di buon senso.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso la chiusura del parcheggio ad uso dello storico mercato di Fornovo.
Dopo l’articolo rilasciato sulla Gazzetta di Parma abbiamo intervistato anche noi Teresa Gardelli potete ascoltare le sue parole nell’articolo che segue
[Qui di seguito la diretta su FB del 18 gennaio]
[di seguito il link al servizio sui problemi creati ai commercianti]