600.000 euro da investire sul disagio degli uomini. La migliore strategia, se fatta bene, per risolvere il dramma dei femminicidi.

Troppo spesso quando si parla di femminicidio si parla solo del disagio e della sofferenza delle donne  e dei bambini, della repressione e della cattiveria degli uomini, ma continuando a ragionare così non faremo  altro che continuare a contare le donne che vengono uccise.

Per risolvere il problema va detto che chi uccide non è un uomo “normale” ma un uomo che sta soffrendo, e moltissimo, psichicamente.

Soffre  così tanto che nè la galera nè la morte gli fanno paura. Un uomo che quando sente parlare sui giornali del femminicidio di una donna pensa immediatamente ad emulare tale assurdo (per noi) gesto.

Un fenomeno emulativo che forse ha fatto il maggior numero di vittime, basta vedere l’impennata dei femminicidi nei giorni successivi alla grande visibilità data dalla stampa ad un femminicidio.

Quindi per risolvere il problema davvero bisogno lavorare sulla prevenzione reale e definitiva, lavorare su questi uomini deliranti, uomini che soffrono (sono affetti da una vera e propria malattia psichiatrica). Aiutarli  a soffrire meno sperimentando strategie di aiuto capaci di affinarsi fino a fargli capire che  la vita può andare avanti anche senza la donna di cui sono ossessionati.

Quindi al contrario di quello che si fa da anni il problema va affrontato da un punto di vista clinico e non ideologico.

Alla luce di tutto questo è bella notizia l’impegno della regione agli uomini a rischio!

 

Di seguito il comunicato stampa della regione

Pari opportunità. Oltre 600mila euro ai Centri per uomini autori di violenza di genere. Lori: “Vogliamo rafforzare la rete presente sul territorio, sportelli e centri di ascolto in grado di accompagnare in un percorso di cambiamento, consapevolezza e responsabilità”

E per qualificare ulteriormente i servizi offerti dai 14 sportelli presenti in Emilia-Romagna al via l’Elenco regionale

Bologna – Contrastare la violenza contro le donne, partendo dagli uomini che di quella violenza sono responsabili.

Pioniera in Italia, con la prima struttura nata a Modena nel 2011 per iniziativa dell’Azienda sanitaria locale, la Regione rilancia il proprio impegno a favore dei Centri per gli uomini autori di violenza (Cuav).

A disposizione nuove risorse per oltre 600mila euro che serviranno per rafforzare e qualificare una rete che conta 14 Centri, di cui  7 pubblici, gestiti dalle Aziende sanitarie locali, e 7 dal privato-sociale, con varie sedi diffuse su tutto il territorio regionale. Si tratta di risorse nazionali ripartite tra le diverse Regioni, a cui ora ogni Cuav in possesso dei requisiti previsti potrà accedere.

“Contrastare e prevenire comportamenti violenti contro le donne e in famiglia significa innanzi tutto promuovere un cambiamento culturale- spiega l’assessora regionale alle Pari opportunità, Barbara Lori-.  Combattendo stereotipi e modelli educativi ancora troppo diffusi e accompagnando gli uomini in un percorso terapeutico in cui è fondamentale il contributo di professioniste e professionisti esperti appositamente formati. Un percorso certo non facile, di consapevolezza e responsabilità, ma che abbiamo il dovere di percorrere e sostenere. Con questo finanziamento puntiamo dunque a rafforzare la capacità di agire in questa direzione, consolidando una rete di centri pubblici e privati che già oggi esiste ed è diffusa sul territorio”.

Un impegno quello della Regione che passa anche dall’istituzione dell’Elenco regionale dei Centri per uomini autori di violenza. Una scelta che permetterà di garantire e monitorare la qualità dei servizi offerti: dagli aspetti organizzativi alla professionalità del personale impiegato, con équipe formate da almeno tre specialisti di cui uno psicoterapeuta o psicologo, con formazione specifica nel campo della violenza di genere. Tra le altre figure previste: educatrici ed educatori, assistenti sociali, psichiatre e psichiatri, avvocate e avvocati, mediatrici e mediatori culturali.

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