Le persone con disabilità, in grado di lavorare hanno diritto ad un lavoro che li soddisfi, li gratifichi e li faccia permettere di cooperare e in molti casi competere con persone senza disabilità, li faccia vere il diritto di partecipare ad un sindacato e soprattutto cosa non meno importante una retribuzione commisurata alla mansione svolta, e i contributi pagati questo lo dice in un suo articolo la convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità. In più in un altro articolo si parla anche di abilitazione e riabilitazione della persona con disabilità nella società.
In Emilia-Romagna questo viene rispettato?
La risposta Laconica ma precisa è no soprattutto per alcune categorie di persone con disabilità per cui la regione, spalleggiata dalle grandi federazioni con la legge 14/2015 (e successive modifiche) pensando di far qualcosa di buono e giusto per loro ha istituto la pratica del fine tirocinio mai, cosa sbagliata per 2 motivi :
-primo perché mette su due piani diversi a parità di mansione e di esperienza la persona senza disabilità a cui viene dato un compenso più alto con tutte le tutele previdenziali (ferie, malattie, gravidanza, infortunio) pagate rispetto al misero rimborso spese passato da un ente terzo e con quasi nessuna tutela passato alla persona con disabilità,
-secondo la totale assenza di progressione di carriera.