Siamo con Davide Galli, presidente dell’associazione AIGAE, che si occupa di guide ambientali escursionistiche, che recentemente ha fatto anche attività di monitoraggio sul lupo.
Questa attività è iniziata a fine 2020 quando AIGAE ha aderito a una richiesta di ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, di monitoraggio straordinario sulle presenza del lupo in Italia.
E’ stata la prima volta che si è verificata un’attività così metodica e contemporanea. Sono state selezionate 200 guide dalla commissione tecnico-scientifica, per curriculum e in alcuni casi per presenza in luoghi considerati a “presenza intensiva”.
Le guide hanno poi percorso per diversi mesi dei tratti stabiliti dai tecnici coordinatori del progetto e hanno raccolto le tracce, i campioni e in alcuni casi anche i resti delle loro prede.
Questo è servito in particolare a raccogliere il DNA, per fare un’analisi sistematica dello stato del lupo in Italia, per capire le tipologie presenti e soprattutto per verificare la possibile presenza dei cosiddetti ibridi.
Chiaramente, come si afferma in questa intervista, non è un mistero la presenza del lupo in provincia di Parma, anche perché la provincia di Parma e anche quella di Piacenza rappresentano un corridoio dove l’Appennino si stringe e si mette in connessione poi con le Alpi, quindi è un passaggio, possiamo dire, quasi obbligato.
Davide ci racconta che durante questa esperienza non ha avuto modo di avere contatti con i lupi se non per un solo ululato perché come è importante ricordare, il lupo è molto diffidente nei confronti dell’uomo.
Per concludere dichiara che quando camminiamo nel bosco, e ci tiene a precisare che non è pericoloso farlo, il lupo ci sente ma che preferisce stare alla larga dell’animale più pericoloso e dannoso che esista al mondo: l’uomo.
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