Come avevamo avuto modo di notare durante l’intervista che ci ha rilasciato, ed abbiamo trasmesso nel TG di RTA (Canale 89) di sabato 15 ottobre , il consigliere regionale in quota PD, l’unico consigliere regionale su 50 che vive in montagna a più di 40km dalla via Emilia, non è contento delle difficoltà che sta vivendo in questi giorni l’ospedale di Borgotaro. Un ospedale che si trova a più di 60 km (di strade di montagna) dalla via Emilia e dagli altri Ospedali: quelli di Parma e di Fidenza (che invece si trovano a solo 20km l’uno dall’altro)
Il suo dissenso si è sentito anche nell’ aula del Consiglio Regionale attraverso una interrogazione a suo nome.
Di seguito il comunicato stampa della Regione
Sanità Parma. Daffadà (Pd): “Risolvere la carenza di specialisti all’ospedale di Borgotaro”
“Il Punto di primo intervento va riportato a pieno regime per garantire i servizi a chi vive in montagna”
La giunta intervenga per risolvere le criticità dovute alla carenza di medici specialisti e per fornire un migliore servizio all’ospedale di Borgotaro (Parma) e “in particolare si chiede quali saranno i tempi per riportare il Punto di primo intervento ospedaliero all’ordinarietà, ossia a pieno regime”.
La richiesta è del consigliere Matteo Daffadà (Partito Democratico) con una interrogazione in cui affronta il tema dei servizi ai cittadini che vivono in montagna affinché l’ospedale “possa raggiungere un livello ottimale di risposta alle esigenze del territorio di competenza”.
Il Punto di primo intervento ospedaliero (Ppio) è aperto tutto il giorno, ma, afferma il consigliere dem, “ nella fascia oraria diurna feriale e festiva l’organico è composto da 2 medici e 2 infermieri. Nella fascia oraria notturna feriale e festiva sono presenti 1 medico e 1 infermiere”. La carenza di medici specialisti ha provocato disservizi e “questa criticità non è imputabile agli amministratori o all’Azienda sanitaria, bensì ad un sistema formativo nazionale che da anni non sta al passo con le necessità dei territori”. Una mancanza che grava anche sul Ppio di Borgotaro, che ha evitato la chiusura o il ridimensionamento grazie a una riorganizzazione provvisoria dell’Asl di Parma, ha ricordato Daffadà.