EDITORIALE
L’alternanza scuola lavoro è un opportunità per avere giovani più indipendenti, responsabili e capaci di affrontare le difficoltà della vita. Queste proteste vanno nella stessa direzione di chi vorrebbe i giovani chiusi in un bozzolo per tutta la vita, rischiano di essere il maggior danno per i ragazzi di oggi rendendoli incapaci di costruirsi il loro futuro.
Proprio com’è per tanti adulti ed anziani di oggi che si sentono perenni adolescenti. Il rischio è che, come in tante altre occasioni, i mass media giochino su questo per fare audience, portando a norme i cui danni sono molto maggiori dei benefici.
Negli ultimi giorni abbiamo visto un ciclone mediatico e di proteste nel merito dell’alternanza scuola-lavoro, innescato dalle tragiche morti di due giovani ragazzi.
Però, come sottolinea Giuliano Capece nel suo servizio, si tratta perlopiù di polemiche ingigantite ed esasperate dal circolo mediatico, il quale spesso cerca solo di ottenere maggiori visualizzazioni a scapito dei fatti.
Andando ad esaminare i due casi in questione nello schema delle cose, infatti, si può vedere come si siano state delle pur tragiche semi-improbabilità statistiche. Tra l’altro uno dei due ragazzi in questione, deceduto a seguito di un incidente stradale (e dunque avendo poco a che fare con la questione della sicurezza sul lavoro in generale) stava svolgendo formazione professionale piuttosto che alternanza scuola-lavoro.