La Centrale Operativa della Compagnia di Fidenza, nel corso della notte, ha inviato la pattuglia della Stazione di Busseto in Via Palmiro Togliatti di Fidenza dove veniva segnalata una lite familiare. I militari, giunti sul posto, hanno preso contatti con il richiedente ed entrati nell’abitazione hanno riscontrato che diversi suppellettili, stoviglie in ceramica e bicchieri di vetro erano distrutti nonché hanno notato diverse chiazze di sangue sparse sul pavimento del salone di ingresso. Atteso che il richiedente non presentava segni di violenza, la pattuglia ha controllato le stanze per verificare la presenza e le condizioni di salute della convivente. All’interno della camera da letto è stata trovata la 36enne, convivente dell’uomo, spaventata e con segni di violenza sulle gambe ed in volto, che alla vista dei carabinieri si rasserenava cercando conforto. Per le cure è stato richiesto l’intervento del 118.
Nel frattempo il richiedente, identificato in un 51enne campano, dichiarava ai militari di esser stato lui a chiamare le forze dell’ordine, in quanto durante il litigio, corredato da percosse e da lanci di oggetti vari, la donna ha cercato di chiedere aiuto al numero d’emergenza 112 mediante il telefono cellulare, che lo stesso ammetteva di aver distrutto per impedire la chiamata. La 36enne non riuscendo ad ottenere lo sperato aiuto avrebbe impugnato un coltello da tavolo e, pertanto, l’uomo ha chiamato il 112.
Poco dopo è sopraggiunto il 118, che dopo una breve e rapida visita alla donna, riteneva opportuno approfondire gli accertamenti presso il nosocomio di Fidenza. L’uomo è stato condotto in caserma. La donna dimessa dall’Ospedale, in tarda notte, è stata accompagnata in caserma dove ha formalizzato la denuncia. A seguito di ciò è stato acquisito il referto medico nel quale è riportata una diagnosi di infrazione ossa nasali a seguito di aggressione con colluttazione e ferite superficiali alle ginocchia con una prognosi 30 giorni. L’uomo è stato arrestato per maltrattamenti contro familiari o conviventi ed associato al carcere di Parma a disposizione dell’Autorità Giudiziaria