Vengono collocati massi ciclopici nelle cavità scavate dalle piene del Taro in prossimità delle pile di sostegno delle arcate del ponte. Presenti Rossi, Campi e Monteverdi. Rossi: ”Si tratta di operazioni che vanno ripetute nel tempo, per garantire la stabilità dei manufatti.”
La Provincia di Parma – Servizio Viabilità comunica che stamattina a Borgo Val di Taro sono iniziati i lavori sotto il Ponte San Rocco, al fine di riempire con massi ciclopici i “fondoni” scavati in alveo dalle piene del Taro in prossimità delle pile di sostegno delle arcate del ponte.
Già lo scorso anno Provincia aveva effettuato verifiche ispettive alle fondazioni della prima campata del Ponte San Rocco per le sue parti immerse in acqua, attraverso droni subacquei e sommozzatori della Protezione civile, rilevando l’assenza di criticità.
Oggi si è iniziato dunque a chiudere gli spazi profondi, che arrivano fino a 4 m di profondità, per evitare che ulteriori dilavazioni possano scalzare le pile, ripristinando la linearità dell’alveo fluviale.
Vengono utilizzati grandi massi, provenienti da cava, appositamente reperiti per essere collocati nei “fondoni”, di dimensioni tali da resistere anche alle piene più vigorose.
Sia le prospezioni subacquee dell’anno scorso, sia i lavori di ripristino iniziati oggi, sono operazioni non urgenti, ma altamente necessarie, eseguibili solo durante i periodi di magra del torrente, quando si può approfittare della scarsa velocità della corrente delle acque.
Ad assistere all’avvio dei lavori erano presenti il Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi, l’Assessore del Comune di Borgotaro Carlo Alberto Campi e il Dirigente del Servizio provinciale Viabilità Gianpaolo Monteverdi.
”I lavori di messa in sicurezza e ripristino del fondale dell’alveo del fiume, in corrispondenza delle arcate del ponte San Rocco, fanno parte della generale attività di monitoraggio e manutenzione dei ponti della Provincia – spiega il Presidente e Sindaco di Borgotaro Diego Rossi – Si tratta di operazioni di manutenzione periodica, come la pulizia dell’alveo dei corsi d’acqua, che dovranno essere ripetute in via precauzionale fra qualche anno, se nel frattempo si saranno verificate altre piene del torrente con forti portata.”