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Morte sul lavoro: operaio del cantiere Ti-Bre morto schiacciato da un macchinario il 5 agosto. I sindacati: “non è più accettabile che nel 2021 si perda la vita per lavorare”

Un ennesimo infortunio mortale sul lavoro si è verificato a Parma, nel settore della filiera edile, a poco più di un mese  dall’incidente stradale che ha tolto la vita a cinque operai edili che lavoravano nel cantiere dell’università e rientravano dal lavoro a casa, e dopo l’incidente verificatosi nello stabilimento del ex cementificio Buzzi a Casaltone di Sorbolo.
Purtroppo è deceduto durante la sera del 5 agosto nel cantiere del raccordo della Tirreno Brennero un lavoratore edile, Salvatore Rabbito, schiacciato da un macchinario mentre stava facendo manutenzione.

Fillea CGIL di Parma, Filca CISL di Parma e Piacenza, Feneal UIL di Parma e Piacenza esprimono profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia del lavoratore e dicono basta agli incidenti mortali sul lavoro.

I sindacati di categoria rimarcano la piena fiducia verso gli organismi competenti, a cui spetta accertare la correttezza delle misure di prevenzione, la dinamica e le cause dell’infortunio mortale, chiedono che venga fatta piena luce sulla vicenda e sulle eventuali responsabilità.

L’ufficio stampa di CGIL ha commentato così il tragico accaduto: “Bisogna agire affinchè episodi analoghi non si ripetano più. Non è tollerabile restare inermi a registrare quotidianamente morti sul lavoro . È ora di porre fine a questa mattanza inaccettabile per una società civile, è ora di mettere in campo tutte le azioni necessarie per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il settore edile, cosi come altri settori economici, paga ora troppi anni di mancati investimenti in sicurezza e formazione, ed oggi una forte ripresa del settore corrisponde ad una vertiginosa crescita di infortuni gravi e mortali.

È ora di dire basta ai morti sul lavoro, basta barattare la salute e la vita dei lavoratori e delle lavoratrici con logiche di profitto.

Non è più accettabile che nel 2021 si perda la vita per lavorare.”

 

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