Come nacque la Fortezza di Bardi, come arrivarono i Landi nelle valli del Ceno e del Taro? Le risposte le abbiamo trovare in un documento di Sandro Santini “Il popolamento della Valli del Taro e del Ceno”.
A Bardi, verso l’898, per esigenze, forse, non solo di difesa dagli Ungari , il Vescovo di Piacenza Everardo , fondò sulla roccia di diaspro rosso, una fortezza, intorno alla quale si aggregarono le genti di un villaggio vicino, detto Odolo , scomparso poi nel tempo (80).
Quindi i primi abitanti di Bardi, quando il paese di Bardi non esisteva, vivevano in un villaggio vicino al castello appena costruito che si chiamava Odolo.
Nell’anno 1000 fu pagato al Vescovo di Piacenza l’affitto di un appezzamento di terreno, all’interno del castello.. Nel nuovo borgo medioevale si distinse come a Lavagna (Comites Lavaniae , poi Fieschi), una nuova classe dominante: i “Comites“di Bardi (81).
Questi “comites de Bardi” erano una famiglia originaria di “Castro Seprio”, posto nella zona fra Varese e Lugano, che a metà del XI sec, a seguito delle mutate condizioni politiche, con il ridursi della loro influenza, si trasferirono a Piacenza; Dionigi, vescovo diPiacenza dal 1049 e 1077, è indicato come loro esponente.
Li ritroviamo per la prima volta citati come “comites de Bardi ” in un atto del 30 novembre 1169 del vescovo Tedaldo di Piacenza. Dal 1180 i “ comites de Castro Seprio ” vengono indicati come feudatari del Vescovo di Piacenza a Bardi. Nella divisione fra i figli di Guglielmo Pallavicino del 1227, troviamo i marchesi come condomini dei “comites de Bardi”.
Nel 1253 Ubertino Landi , sotto la protezione dell’amico, marchese Uberto Pallavicino “il grande ”, riceve in affitto perpetuo per 500 anni le singole quote dei loro diritti sulla “rocha de rocha de Bardi”