Una notizie interessante arriva dalla val Taro. Dopo oltre un anno dalle prime richieste da parte della FP CGIL di Parma alla cooperativa Aurora Domus di riconoscere il livello contrattuale adeguato alle educatrici e agli educatori operanti nell’appalto dei servizi sociali, educativi domiciliari e scolastici nei Comuni dell’Alta e Bassa Valle del Taro, sono finalmente stati firmati gli accordi che riconoscono il giusto livello contrattuale stabilito nell’appalto stesso, oltre alla differenza contributiva da agosto 2020 ad oggi.
Viene da chiedersi se tutto ciò porterà ad una contrazione dei servizi alla famiglie. Vi sarà un’aumento dei costi che graverà sui bilanci dei diversi piccoli comuni dell’appennino? Le risorse dei comuni riusciranno a sostenere anche le spese per gli spostamenti degli educatori che spesso devono percorrere molte decine di Chilometri per raggiungere i posti di lavoro in questo territorio? Quello delle valli del Taro e del Ceno (ma anche molti altri simili in tutta Italia) è un territorio molto diverso da quelli ricchi attorno alla via Emilia, dove in meno di 5 Km ci sono diversi utenti. Nell’appennino parmense spesso bisogna fare decine di chilometri per raggiungere un solo ragazzo. Stato e regioni dovrebbero dare pari opportunità a questi territori sostenendo al 100%, almeno, i costi di trasferta degli educatori in queste zone marginali del territorio italiano.
Legittime comunque le richieste del sindacato che nel comunicato stampa continua:
“Queste lavoratrici e questi lavoratori – spiega Ruggero Manzotti, della FP CGIL di Parma – ricoprono ruoli educativi nelle scuole con alunne e alunni diversamente abili, seguendoli nella loro integrazione e inclusione nei contesti scolastici. Seguono inoltre queste fragilità nei momenti pomeridiani e estivi, svolgendo attività domiciliari, ludiche e educative. Le loro competenze e il loro lavoro qualificano i servizi pubblici del territorio, anche se gestiti dal privato sociale, richiedono quindi un livello contrattuale che premi questo lavoro”.
“Le figure educative in tutti gli ambiti hanno assunto sempre più importanza in questi anni – sottolinea inoltre Manzotti – ed in particolare in questo ultimo anno di emergenza questi lavoratori, seppure con grandi difficoltà e sacrifici, hanno assicurato anche nelle situazioni più complicate le continuità sociali ed educativi che erano necessarie”.
“Come rappresentante sindacale FP CGIL – aggiunge la delegata Mariangela Buschini – riporto la soddisfazione delle mie colleghe educatrici dell’integrazione scolastica dell’alta e bassa Valle del Taro per il significativo successo raggiunto insieme alla FP CGIL per quanto riguarda il riconoscimento del giusto livello contrattuale. Le lavoratrici di questo territorio, non sempre facile per le distanze che spesso si devono percorrere, si sono battute per riuscire ad avere un livello adeguato al loro lavoro e parificato ai colleghi delle altre realtà presenti sulla provincia. Per anni siamo state inquadrate come Adb (addetta assistente di base) nella categoria C e con tutto il rispetto per questo ruolo e per questa mansione riteniamo che il nostro lavoro, prevalentemente educativo, richiedesse di essere riconosciuto”.
“Riconoscere queste figure e i loro diritti e rendere omogeneo il trattamento economico e contrattuale – conclude Ruggero Manzotti – è un obiettivo fondamentale per la FP CGIL, il percorso fatto nella zona della bassa e alta zona della Valtaro è un importante e significativo passo in avanti che auspichiamo faccia scuola”.