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Due minorenni in fuga per aver danneggiato l’auto dei genitori di uno dei due. Vengono ritrovati in 24 ore grazie al lavoro dei Carabinieri

Nella giornata di domenica i Carabinieri di una stazione dei carabinieri del parmense  sono stati avvisati dai genitori che il figlio minorenne non aveva fatto rientro presso l’abitazione dopo aver dormito a casa di un coetaneo.

Il sabato pomeriggio la mamma, convinta di messaggiare tramite whatsapp, con la mamma dell’amico dava il permesso a che il figlio trascorresse la notte presso la loro abitazione in paese. Dai primi accertamenti effettuati dai Carabinieri è emerso che l’utenza del giorno precedente non era in uso ad una donna ma ad un coetaneo residente a in un paese di un altra valle del parmense, amico del giovane.  Anche quest’ultimo risultava non essere rientrato a casa.

La mamma del ragazzo, per aiutare i militari ad acquisire più informazioni possibili per individuare i giovani e capire le cause dell’allontanamento, riferiva che l’autovettura parcheggiata sotto casa presentava un parafango ammaccato e che mancavano le chiavi di scorta.

A questo punto si è subito compreso che i due utilizzata l’auto ed averla danneggiata, la parcheggiavano al proprio posto non rientrando a casa per timore di affrontare i genitori.  I due, durante le ricerche non rispondevano al telefono in quanto spento.

Il Comandante di Stazione inviava messaggi volti ad instaurare un rapporto di fiducia con il giovane. Finalmente ottenuta risposta, iniziava un lungo conversazione in cui il militare spiegava ai ragazzi che si era capito il motivo dell’allontanamento, che l’importante era che nessuno si fosse fatto male e di rispondere alle sue chiamate. I giovani ancora preoccupati riferivano di stare bene e di non aver coraggio di tornare.

A questo punto nel corso degli ulteriori messaggi, volti a persuadere, i giovani che non potevano scappare il Comandante si offriva di andare a prenderli promettendogli che non sarebbe accaduto nulla, in quanto i genitori erano preoccupati e non arrabbiati.

Il telefono risultava agganciare alcune celle della rete dei cellulari dove si concentravano le ricerche da parte di diverse pattuglie dell’Arma dei Carabinieri e dei famigliari.

I ragazzi sono stati individuati, in località dell’appennino all’interno di un piccolo magazzino al coperto dove avevano trovato riparo per la notte.  Accompagnati in ufficio, e dopo aver chiarito la dinamica, i giovanotti consapevoli di averla combinata grossa, ma per fortuna senza gravi conseguenze, hanno fatto ritorno a casa dai genitori.

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