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“La discarica di Monte ardone, territorio già troppo sotto pressione. Inaccettabile prolungare la vita ad una discarica inutile” spiega la sezione locale di Legambiente “dovrebbe essere chiusa da anni ed invece si continua a prendere in giro i cittadini.”
5 anni fa il gestore ottenne dalla regione, con l’opposizione di tutti i consigli comunali del territorio, di Legambiente ed altri soggetti, un aumento di 1/3 della capacità, oltre 90.000 tonnellate, con l’obiettivo dichiarato di realizzare una sistemazione finale idonea per la chiusura dell’impianto in sicurezza. È del tutto evidente la contraddizione tra le due richieste: ancor prima di terminare l’ultima fase dei lavori previsti, si pensa di cambiare il progetto per duplicare i volumi disponibili.
Legambiente è da sempre contraria all’impianto perché non è ravvisa nessuna motivazione valida e sottolinea che permangono tante incognite legate alla collocazione dell’impianto nel corso del tempo si sono verificati incidenti e problematiche irrisolte.
La provincia di Parma ospita già un inceneritore a servizio di altre province che smaltisce anche rifiuti speciali nel territorio di fornovo, inserito nella food Valley per le produzioni di eccellenza, si concentrano troppe fonti di pressione ambientale, è già presente un impianto di coincenerimento per rifiuti speciali a Rubbiano, viene attraversato dall’autostrada trafficata, persiste un gravissimo problema legato alla contaminazione del sottosuolo dell area ex eni.