In piena fase 1, quando tutto era chiuso, ho avuto modo di intervistare la titolare di un bed and breakfast che si trova nell’Appennino Parmense, [CLICCA QUI PER VEDERE L’INTERVISTA] ai piedi della maestosa e suggestiva fortezza di Bardi in val Ceno.
La cosa che mi ha colpito è la sua con convinzione che, l’emergenza coronavirus , avrebbe spinto le persone a cercare un altro tipo di turismo e un altro tipo di abitazione.
Un turismo ed una residenzialità a bassa densità abitativa e ad alto tasso di distanziamento sociale.
No ai grandi alberghi ed alle affollate feste delle famose isole spagnole, no al metallico splendore della Torre Eiffel ma anche no al comodo appartamento tra i vicoli di un capoluogo di Provincia o di regione.
Il futuro sarebbe stato nelle zone con bassa densita abitativa ed in contesti suggestivi, a contatto con la natura e con l’aria pulita. L’identikit dell’Appennino
Abbiamo deciso così di approfondire questo tema intervistando uno dei pionieri delle società immobiliari nei territori appenninici, il fondatore di un’agenzia immobiliare nella capitale del fungo porcino: Borgo Val di Taro.
Ha ben 26 gli anni di attività alle spalle
Gli abbiamo chiesto telefonicamente se questa attenzione nei confronti dei territori più alti dell’Emilia Romagna l’abbia percepita.
Potete ascoltare la sua risposta nell’intervista che segue
Insomma grande interesse.
Un aumento del 1500% per la richiesta di case in affitto per l’estate e un buon movimento anche per le case di abitazione, specie quelle con costo non troppo elevato.