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Ospedale Borgotaro: riesame deroga Regione su chiusura punto nascita le distanza con Ospedale Vaio-Fidenza superano anche i 100 km.

Con un comunicato sulla CHIUSURA DEL PUNTO NASCITA DELL’OSPEDALE SANTA MARIA DI BORGOVALDITARO,

Annamaria Chilosi per il Presidio della Tenda, e Rodolfo Marchini per Comitato Pro Ospedale

chiedono il riesame della Deroga Regionale chiesta al Comitato Percorso Nascite Nazionale sulla chiusura dell’Ospedale Santa Maria di Borgotaro, in quanto le motivazioni non sono state espresse con scrupolosa precisione.

In particolare, nella richiesta di deroga Regionale, le distanza chilometriche con l’ospedale più vicino di Vaio-Fidenza, sono state conteggiate dai vari Municipi Comunali, senza tenere conto delle località e frazioni sparse su tutta la montagne, ben superiore a quelle indicate nella richiesta di deroga, arrivando a oltre 100 km in zone come Bardi e Bedonia (punto 4-4.1-4.2 del comunicato), togliendo di fatto all’Ospedale di Borgotaro la possibilità di essere considerato “operante e agire  in zona disagiata”. Punto fondamentale per ottenere la deroga alla chiusura del punto nascita.

Il comunicato della due comitati:

“1- Abbiamo presenti le azioni che TUTTI i Partiti di opposizione hanno svolto in Regione Emilia Romagna a favore del mantenimento dei Punti Nascita in località disagiate che non raggiungono i 500 parti annui. 

2- Siamo consapevoli che la decisione ultima sul mantenimento o sulla chiusura dei Punti Nascita stia in capo all’Ente Regione . 

3- Abbiamo preso atto, tuttavia, che la Regione Emilia Romagna, tramite le Direzioni delle Aziende Sanitarie, ha assunto il Provvedimento di chiusura del Punto Nascita di Borgo Val di Taro (come di altri due Punti Nascita di montagna a Castelnovo Monti e a Pavullo) trincerandosi dietro la mancata concessione di Deroga da parte del Comitato Percorso nascite nazionale su richiesta della stessa Regione. 

4- Abbiamo contestato che le motivazioni regionali allegate alla propria richiesta di Deroga fossero state illustrate e dichiarate con la necessaria scrupolosità , cioè in modo tale da far emergere presso il Comitato Percorso nascita Nazionale tutti gli elementi utili e indispensabili per evidenziare e rimarcare le condizioni obiettive di zona disagiata su cui agisce e opera l’Ospedale Santa Maria di Borgovalditaro. E, a tal proposito, facciamo risaltare i seguenti dati: 

le distanze chilometriche e i relativi tempi di percorrenza, rispetto al Punto Nascita alternativo (per protocollo e organizzazione l’Ospedale di Vaio-Fidenza), sono presi dalla sede del Municipio e quindi non rispettano le vere distanze di molte località sparse, le quali, peraltro, in alcuni casi, risultano persino più popolate del Centro sede comunale. A titolo esemplificativo, per le distanze e i tempi di percorrenza, si prendano i Comuni di Bedonia e di Bardi. 

  1. a- Bedonia (3.419 ab.) è dato a 91,8 km di distanza con un tempo di percorrenza di 73 minuti, ma nel suo territorio ha molte frazioni , come Anzola, Casamurata, Illica, Masanti (ancora popolate) che rispettivamente distano 103 km –t.p. 91 m. , 106 km-t.p. 99 ., 105 km-t.p. 91 ., 103 km-t.p. 92 m. 
  2. b- Bardi (2.189 ab.) è dato a 67,9 km di distanza con un tempo di percorrenza di 70 minuti, ma nel suo territorio ha molte frazioni, come Santa Giustina, Pione, Costageminiana (ancora popolate) che rispettivamente distano 86 km-t.p. 104 m., 82 km-t.p. 93 m., 78 km-t.p. 89 m. 

A titolo esemplificativo per le distanze e i tempi di percorrenza si prendano i Comuni di Tornolo e Compiano. Tornolo è dato a 92 km, con 74 m. di t.p., ma la sua frazione di Santa Maria del Taro (ben più popolosa di Tornolo) si trova a 109 km-t.p. 100 m. Compiano è dato a 92,5 km, con un t.p. di 78 m., però la sua frazione di Cereseto (altrettanto popolata) dista 106 km, con un t.p. di 99 m. In tutta evidenza sono distanze abissali da far paura in condizioni orografiche piane e rettilinee. Sarebbe, del resto, ben opportuno calcolare le stesse sulla base delle condizioni del seguente punto. 

Un’analoga approfondita considerazione deve essere fatta in riferimento alle condizioni orogeografiche, poiché il dato di altitudine riferito alla sede municipale è sempre inferiore a quello delle tantissime località frazionali di ogni singolo comune. Perciò, visto che il dato di altitudine concorre a determinare i disagi orogeografici, è evidente che questi salgono e si accentuano col salire dell’altitudine stessa. Il fenomeno delle precipitazioni nevose, fattore di forte disagio per i tempi di percorrenza e per il trasporto delle gestanti, è senz’altro condizionato dall’altitudine, che è oltre gli 800 m. s.l.m. per un numero molto elevato di frazioni. Il tutto accentua le gravissime difficoltà che si devono superare, con fortissimi dubbi che si possa garantire a tutti i cittadini quel diritto alla salute che è sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana. E, da questo punto di vista, alcuni casi incresciosi, purtroppo capitati di recente nel percorso delle ambulanze verso i Punti 

Nascita più vicini, ci rendono convinti che proprio quella SICUREZZA tanto declamata risulta fortemente compromessa a danno dei cittadini della montagna. 

5- Sulla base delle precedenti motivazioni sono state portate avanti dal territorio due distinte iniziative: un RICORSO di carattere giuridico-legale presso la Presidenza della Repubblica e un’ISTANZA DI RIESAME di carattere Istituzionale verso il Comitato Percorso Nascite nazionale. Per quanto attiene al primo RICORSO, non ci resta che attendere l’esito dell’iter procedurale, con le sue necessarie tempistiche. Per quanto riguarda l’ ISTANZA DI RIESAME DELLA DEROGA avanzata dai Comuni e dal Comitato di Distretto delle Valli del Taro e del Ceno, avendo essa carattere politico-istituzionale, potrebbe certamente essere soggetta a opportuni interessamenti parlamentari, tali da rafforzare sul piano della rappresentanza politica la stessa ISTANZA. 

6- Sulla base delle notizie che ci informano della riapertura dei Punti Nascita di Cavalese nel Trentino e di Asiago nel Veneto, due località e due zone che, per quanto attiene alle distanze chilometriche in entrambi i casi e per quanto riguarda le condizioni orogeografiche nel caso di Asiago, non sono certamente peggiori della nostra, ci viene il fondato sospetto che il nostro territorio sia stato e continui ad essere trattato in modo ingiusto, non solo dalla propria Regione Emilia Romagna ma anche dal Governo nazionale. Infatti tutto si gioca sulla possibilità di OTTENERE LA DEROGA CHE il Decreto Lorenzin n. 70 del 2015 prevede per le Zone Disagiate. Se da un lato ci è stata e ci è matrigna la Regione Emilia Romagna che non ha illustrato a chiare lettere le nostre condizioni di disagio, dall’altro lato nemmeno il Ministero della Salute fa nulla per venire incontro alle due iniziative, quella Legale e quella Istituzionale, provenienti dal nostro territorio, e tese entrambe ad ottenere il ripristino della giustizia civile. 

7- Per le ragioni su esposte riteniamo che sarebbero importanti alcune azioni parlamentari per sbloccare la situazione e rendere giustizia ai cittadini della Valtaro e Valceno: 

a- Un’interrogazione parlamentare al Ministero della Salute per sostenere l’ISTANZA DI RIESAME della richiesta di Deroga già avanzata dalla Regione Emilia Romagna, ma suffragata ora da un più dettagliato rapporto delle condizioni di disagio chilometrico e orogeografico della Valtaro e Valceno; 

b- Una richiesta di Ispezione Ministeriale per verificare se sono state rispettate tutte le garanzie per la salute dei cittadini, la loro sicurezza e incolumità al momento della delibera dispositiva di chiusura del Punto Nascita predisposta dalla Azienda Sanitaria locale di Parma- Distretto delle Valli del taro e del Ceno, di cui sono a riferimento i contenuti del RICORSO LEGALE; 

c- Un’ interrogazione parlamentare per ottenere la modifica del Decreto 70/2015 (detto Decreto Lorenzin) al fine di articolare in maniera più dettagliata la dichiarazione di ZONA DISAGIATA (cioè quella condizione che consentirebbe la famosa DEROGA), poiché la sua genericità lascia un’ interpretazione ampiamente discrezionale e non dà al cittadino la consapevolezza di ricevere il giusto trattamento; 

d- Infine, una iniziativa sul Ministero della Salute perché valuti se non sia il caso di procedere a una ricomposizione del Comitato Percorso Nascite nazionale”.

 

Borgovalditaro, 19/11/2018 

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