Conoscete l’Outdoor Education?
Oggi voglio raccontarvi un progetto molto attuale che coinvolge i bambini della scuola per l’infanzia di Bardi.
L’Outdoor Education (OE) è un orientamento pedagogico recente, volto a favorire le esperienze in presa diretta con l’ambiente: dal bisogno naturale nell’infanzia di esplorare e mettersi alla prova, ai progetti di educazione ambientale. L’ambiente esterno (outdoor), è utilizzato come contesto educante che, oltre ad essere un luogo in cui si apprende, offre l’opportunità di rafforzare il senso di rispetto per l’ambiente naturale e consente di esprimere e potenziare le competenze emotive, affettive, sociali, espressive, creative e senso-motorie.
Se vi sembra difficile o troppo astratto, vi accompagnerò ad una visita virtuale al progetto “Tutti fuori” della scuola per l’infanzia “Cardinal Samoré” di Bardi. La mia guida è stata una delle maestre, Rosanna, che mi ha raccontato da dove è nata l’idea e le molteplici declinazioni che ha assunto.
“Tutti fuori” nasce nel 2017. Le maestre, Rosanna e Simona, hanno scelto di focalizzarsi sugli spazi aperti per assecondare il normale desiderio dei bambini di stare all’aperto, muoversi, sporcarsi (sì, sporcarsi, non è meraviglioso?), usando il grande giardino della scuola e spingendosi anche al di fuori, valorizzando risorse ambientali importanti del nostro territorio come il bosco.
I bambini sono stati parte attiva in tutte le fasi del progetto: la scelta degli alberi da piantare, la raccolta di materiali come foglie e rami con cui giocare, hanno preso le misure e assegnato agli spazi le diverse funzioni. Hanno letteralmente riqualificato il loro giardino, che ora ospita alberi da frutto, un “albero della cuccagna” per arrampicarsi, piante aromatiche e piante da orto, che vengono regolarmente raccolte e utilizzate per la preparazione dei pasti.
Una parte che ho trovato molto interessante è il percorso sensoriale, costruito grazie alla collaborazione di alcuni papà: si tratta di un breve percorso, costruito utilizzando materiali diversi, su cui i bambini possono camminare scalzi e sperimentare varie sensazioni tattili, mettere alla prova l’equilibrio, imparare a controllare i propri movimenti per evitare di cadere o di farsi male. In passato ho avuto il piacere di frequentare un corso di specializzazione per la progettazione di spazi verdi annessi alle strutture educative. Uno dei docenti si schierò con forza contro le eccessive norme che garantiscono la sicurezza: pavimentazioni antitrauma, bordi arrotondati, giochi non troppo alti. Pensateci bene, è corretto. I bambini sono iperprotetti e ipercontrollati; se non hanno la possibilità di affrontare -in modo supervisionato, s’intende- piccoli rischi, di provare a cadere e sbucciarsi un ginocchio, non potranno imparare a riconoscere i pericoli, né accrescere la propria autostima sperimentando la soddisfazione di rialzarsi da soli.
Da qualche anno a questa parte, sono nati i cosiddetti “asili nel bosco”. I bambini di Bardi, nel bosco ci vanno davvero tutti gli anni, liberi ancora una volta di arrampicarsi, toccare, correre e saltare. Proprio lo scorso venerdì, tutto l’asilo si è trasferito per una mattina nei boschi di Brugnola, in Val Noveglia, per una gita autunnale a base di pozzanghere, castagne, colori e profumi del sottobosco.
Chiedo a Rosanna come i piccoli abbiano accolto queste esperienze e se l’esigenza di attività all’aperto sia davvero sentita anche qui, dove la natura certo non manca e dove quasi tutte le famiglie hanno un orto:
E’ un’esperienza diversa, perché loro qui sono i protagonisti. A casa può essere vissuto in modo diverso, più passivo: magari guardano quello che fa l’adulto e lo aiutano, mentre qui ad esempio sono stati loro a piantare gli alberi, non hanno solo guardato. Magari a casa sono meno coinvolti. Un altro aspetto importantissimo è la collaborazione tra coetanei, che è sicuramente diversa rispetto alla collaborazione tra adulto e bambino
Com’è stata l’accoglienza da parte delle famiglie? Avete incontrato resistenze?
Inizialmente avevamo qualche timore, ma in realtà l’accoglienza è stata buona. Abbiamo presentato il progetto a inizio anno, spiegandolo nei dettagli, e abbiamo avuto riscontri positivi, tanto che quest’anno vogliamo proseguire e introdurre l’argomento neuroscienza e sviluppo del linguaggio, che è correlato allo sviluppo motorio, quindi sappiamo che stiamo andando nella direzione giusta
E le maestre?
Per me, che sono cresciuta in campagna, viene tutto molto naturale, anche se a volte i bambini sanno certe cose che noi non sappiamo e ce le raccontano, soprattutto a chi di noi ha origini più cittadine. Sicuramente è un arricchimento per tutti
Ringrazio le maestre per la disponibilità e torno a casa con una collezione di racconti corali nati dalla collaborazione creativa tra i bambini e le maestre: la storia di un albero di mele che attraversa le stagioni. Ho scelto per voi l’Autunno: potete trovarlo nella gallery fotografica qui di seguito.
Si ringrazia tutto il personale per la disponibiltà