Di seguito una lettera scritta per lui il giorno in cui è andato alla Casa del Padre
“Nonostante lo conoscessi da quando avevo tre anni, posso dire di aver capito chi era Don Giuseppe solo quando, raggiunta la maggior età, mia madre mi raccontò una storia. La storia di un padre e una madre con 5 figli piccoli che, trasferitisi a Fornovo per lavoro. Dopo aver preso accordi per un appartamento in affitto, il giorno in cui avrebbero dovuto prendere possesso della casa non ricevettero le chiavi ma un invito ad andarsene: <<…. perchè cinque bambini piccoli in un condominio “sono un problema”…..>>. Provate a pensare alla disperazione dei due genitori. Indietro non si poteva tornare! Cosa fare? La mamma, donna di Chiesa, chiese aiuto alla Divina Provvidenza che, in quell’occasione prese le sembianze di Don Giuseppe. Don Giuseppe vista la situazione, animato da Carità Cristiana, decise di ospitare padre, madre e cinque figli dalla sera alla mattina, senza se e senza ma. Ebbe quel piglio decisionista tipicamente suo, in quell’occasione, sicuramente ispirato da una religiosità che vede nel prossimo bisognoso la presenza di Gesù.
Quando ero bambino lo vedevo serio e burbero e forse ne avevo un po’ timore, ma alla domeniche mattina alla messa delle 9, quando, dopo la predica, interrogava i bambini, si vedeva quanto li amasse e quanto gli piacesse, a suo modo, scherzare con loro.
Poi alla Cisa scoprii che probabilmente non era ne burbero, ne severo ma interpretava quel ruolo (che oggi insegnano ai buoni educatori) per tenere a bada una banda di ragazzi scatenati che, solo la paura delle sgridate di don Giuseppe riuscivano a tenere a freno… ma quando nella passeggiata verso il monte sopra al passo della Cisa vedeva i maschietti scherzare con le ragazze buttandole sui cardi pungenti ma innoqui, se lo si guardava con attenzione, si poteva scorgere sul suo viso un sorriso malcelato che faceva capire quanto gli piacesse la gioia e l’allegria dei suoi ragazzi.
Tanti i momenti di fede della mia vita in cui lui era presente, la comunione, la cresima, il matrimonio ed il battesimo della bambina più grande.
Lui era lì, sempre, con tutti e per tutti. Mi hanno sempre commosso le sue prediche cariche di quella intensa commozione che traspariva dalla sua voce quando qualche giovane fornovese andava Lassù troppo presto.
Per il mio matrimonio e per il battesimo della bimba, nonostante la malattia lo avesse già costretto sulla sedia a rotelle, lui spinto dalla fede e dall’amore per Fornovo ed i suoi parrocchiani eroicamente c’era…. e quando i miei genitori lo andarono a salutare furono lacrime di commozione e gratitudine.
Quando festeggio i 90 anni, dopo la messa andai da lui e gli dissi sottovoce con grande commozione:<<grazie Don per tutto quello che ha fatto per la mia famiglia>>, mi sembrò che anche lui si fosse commosso per le mie parole .
Grazie Don Giuseppe per essere stato con noi per tutti questi anni. Sei stato un dono della Provvidenza. Sono convinto che in paradiso ti accoglieranno con grandi onori per tutte le grandi cose che hai fatto quaggiù. Tanti gesti e azioni fatte senza protagonismi, spinto dalla Carità Cristiana.
Ora che sei Lassù non ti dimenticare di noi. Noi non ti dimenticheremo.”
Il 18 settembre di 7 ani fa (2011) è tornato alla casa del Padre don Giuseppe Malpeli, dopo 57 anni come pastore della parrocchia di Fornovo.
Monsigor Malpeli ( era quindi “graduato” ma non lo diceva mai) è stato molto attivo e propositivo, ha traghettato la parrocchia negli anni di contrapposizione con il comunismo, ha, forse inconsapevolmente, gettato le basi della nuova parrocchia, si deve infatti a lui la costruzione della chiesa di Ramiola.
Un uomo forte a volte rude che nascondeva un cuore pieno di carità cristiana e di amore per i suoi parrocchiani.
Questa sera la parrocchia di Fornovo lo ricorda nella messa delle ore 17.30.
RAMIOLA-FORNOVO. A Ramiola si ricordano di DON GIUSEPPE MALPELI