In diverse occasioni ho cercato di porre l’accento sul fatto che per tanti parmigiani e limitrofi, la Provincia finisce a Fornovo e altrettanto ho cercato di mettere in risalto quanto la Provincia di Parma , buona parte dei suoi dipendenti (in passato più di 500) e dei suoi amministratori, fossero distante dai territori appenninici (bastava porre a loro la domanda siete mai stati a Bore?), e questo anche a causa della scarsa conoscenza che ne hanno (visto che vivono prevalentemente a Parma e zone limitrofe)
Un esempio di ciò sta nel cartello che vedete, un cartello, pagato anni fa con fondi pubblici, che abbiamo trovato lungo la valle. Quello che vedete si trova a Varsi ma ve ne sono.
Un cartello che definisce il Ceno un Torrente. Se così fosse lo sarebbe anche il Taro! …e di seguito vi dimostrerò il perchè.
Se qualcuno degli “ESPERTI” che hanno scritto questi cartelli vivesse in Val Ceno e si fosse chiesto ma il Ceno è un fiume o un torrente? Avrebbe aperto la finestra, guardato il fiume e detto tranquillamente: “il CENO E’ UN FIUME”
E questo lo si può vedere anche in questi giorni di grande siccità, il Ceno ha quasi la stessa portata del Taro.
Il Ceno non è un torrente anche perchè durante l’anno non presenta mai periodi secca.
Ma soprattutto perchè ha regime idrologico e portata del tutto simile al Taro.
La scarsa conoscenza del territorio provinciale non è solo una prerogativa di molti dipendenti ed amministratori della oramai ex Provincia ma anche del più importante quotidiano locale “La Gazzetta di Parma” che continua, nei suoi articoli, a chiamare il Fiume Ceno “Torrente”.
Per fare chiarezza vi riportiamo alcuni dati:
[da WIKIPEDIA]
Il fiume Taro, pur a fronte di una portata media copiosa di circa 40.5 m³/s[6],[di cui 15 provenienti dal Fiume Ceno] ha un regime estremamente torrentizio con importanti variazioni a seconda della stagione.
Il fiume Ceno, pur a fronte di una portata media consistente prossima ai 15 m³/s, ha un regime marcatamente torrentizio con importanti variazioni a seconda della stagione.
Da molti viene addirittura definito “fiume gemello” del Taro, e questo è in buona parte vero in quanto presso il punto di confluenza, come dimensioni di bacino, portata e caratteristiche idrologiche è molto simile a quest’ultimo
Da notare che la portata del Ceno viene valuta a Fornovo mentre quella del Taro alla sua foce sul Po, quindi comprende anche i 15Mc del Ceno e di tutti gli altri toreentti che vi affluiscono a valle di Fornovo.
Quindi dire che il Ceno ed il Taro hanno portata simile è CORRETTO!
Quindi se il Ceno è un torrente lo è anche il Taro.
Tornando alle nostra considerazioni,
la cosa che mi preoccupa di più è il fatto che gli abitanti della valle non hanno nulla da ridire, anzi sono anche loro convinti che il Ceno sia un torrente…. come se ritenessero di essere inferiori, come se ci fosse un colonialismo culturale per cui quello che si dice in città è corretto, perchè noi provinciali, montanari siamo rozzi ed ignoranti e loro sono fini e colti. : ”Quindi avranno sicuramente ragione.”
Insomma diamo la giusta dignità ai territori appenninici chiamando le cose come sono e non sminuendone il valore anche nelle definizioni geografiche.
Certo è una questione di lana caprina ma è dalle piccole cose che si può costruire l’orgoglio e la voglia di riscatto di un territorio.
In passato (ma anche nel presente e sicuramente nel futuro) siamo stati attaccati per la scarsa qualità dei nostri scritti e gli errori ortografici e grammaticali…. ma ANCHE QUESTA E’ IGNORANZA!!!!
….e comunque continueremo a dire quello che pensiamo anche attraverso i nostri orrori ortografico-grammaticali 🙂