Ieri si è tenuto un acceso consiglio comunale, aperto alla popolazione di Roccalanzona, sul tema della accoglienza dei richiedenti asilo. Riportiamo i commenti di alcuni partecipanti all’incontro.

Restiamo aperti ad ogni altro commento e precisazione. 

Ovviamente i commenti sono opinioni personali che non rappresentano il punto di visti di tutti. Non sappiamo nemmeno se rappresentano quello della maggioranza degli abitanti della frazione medesanese.

In seguito alla riunione di ieri, alcuni  cittadini dichiarano: “Nessuna risposta a milioni di domande, sgomento e delusione, in ognuno di noi.”

“Dobbiamo accettare le decisioni prese dall’Amministrazione Comunale e dal gestore, senza un minimo di garanzia, dobbiamo fidarci dell’esperienza di chi li gestirà .Quindi i profughi verranno a Roccalanzona e noi dobbiamo tacere.”
“Siamo contrari perché abbiamo paura! e lei signor Sindaco Ghidini non ci dà nessun genere di garanzia, sia per noi che per i nostri figli.”
Dichiarazione del capogruppo di opposizione Roberto Bianchi:
“La riunione di ieri sera ha evidenziato, qualora ce ne fosse bisogno, l’incapacità di questo Sindaco e di questa amministrazione di dialogare serenamente su un tema che è assai delicato e che merita pertanto di essere tenuto vivo. Questo era e resta il nostro obiettivo al di là della diversità di opinioni. Ma quando non si vuole entrare nel merito delle questioni poste e ci si limita a offendere i colleghi di minoranza, alla loro scarsa intelligenza e al pericolo di interrogazioni di questo tipo vuol dire che siamo a corto di argomenti seri. Noi viviamo la realtà di tutti i giorni anche altrove e ben sappiamo come sono questi problemi se non si affrontano con la dovuta determinazione sfuggono di mano ed è un problema serio per tutti. Da qui la necessità e aggiungo il dovere di tenere i riflettori ben accesi e occhi aperti, è successo e continuerà a succedere con grave pregiudizio sulla vita dei cittadini. Per queste ragioni continueremo a fare la nostra parte a tutela dei nostri territori e della nostra gente.”