Ho visto poche volte Enzo e la moglie, ma l’impressione che mi hanno sempre fatto è quella di due persona serene, quasi felici, soprattutto Enzo.
Quando ho saputo che era un ciclista con buone prospettive, che ha addirittura battuto il campione Vittorio Adorni, ma ha rinunciato ai lustrini ed alle paillettes del successo, per la famiglia, per senso di responsabilità e spirito di sacrificio, mi è sembrato strano.
Oggi , la nostra società spinge i giovani a rincorrere: le belle vacanze, le sciate in montagna, gli aperitivi, i pranzi a 5 stelle, il successo, ma soprattutto i soldi .
L’opposto di quello che penso facesse Enzo.
La sua vita, da quello che so, è stata una vita semplice e di gran lavoratore. Si è impegnato in lavori diversi, tutti lavori semplici, da persona comune. Nonostante non facesse vita da bar, non ha mancato di aiutare come volontario in tante attività le associazioni del paese, ma soprattutto di fare il padre e il marito, consapevole che il suo esempio era il miglior modo per tirar su le figlie. Lo ha fatto con sacrificio ma soprattutto con serenità.
Penso che Maura e Stefania non si siano mai sentite in colpa per i sacrifici dei i loro genitori, perchè i loro genitori gli hanno ma detto che non hanno fatto sacrifici. Le eventuali rinunce e difficoltà, se affrontate nel modo giusto, sono un ottimo insegnamento per i figli.
Maura e Stefania hanno dato prova di avere recepito il messaggio. Anche loro attive nel volontariato del paese, in questi ultimi mesi non si sono risparmiate per stare vicine prima alla Zia Marisa e poi al loro Papà.
Oggi sono tante le madri e i padri che fanno pesare ai figli i loro sacrifici. Gli rifacciano che per colpa loro hanno dovuto rinunciare: a vacanze, divertimento, tempo libero e chi più ne ha più ne metta. Cosa potranno fare questi figli quando saranno adulti ? (un opzione è quella di far fuori i genitori per godersi la vita [vi ricorda qualcosa?])
Nella brutta società odierna gli eroi, le persone da prendere ad esempio sono: scienziati saccenti, letterati narcisisti, imprenditori egocentrici ed egoisti, medici con delirio di onnipotenza, ricchi (indipendentemente da come si siano costruiti la ricchezza), famosi (indipendentemente da quello che hanno fatto per raggiungere la fama). Insomma quelli che pensano più a se stessi che agli altri, quelli che prima di fare un sacrificio (non per i loro interessi) ci pensano molte volte e se lo fanno non mancheranno di farlo sapere e pesare.
Insomma gli eroi per gli italiani di oggi SONO L’OPPOSTO DI ENZO.
Ebbene per me no. IL VERO EROE E’ ENZO.
Una persona che ha scelto di vivere una vita semplice consapevolmente, e consapevole che quello era il modo per insegnare alle figlie come affrontare la vita quando lui non ci sarebbe stato più.
Una persona capace di vivere sacrifici e rinunce con il sorriso, capace di apprezzare le cose semplici e trovare in esse la felicità; senza rincorrere, fama, denaro e divertimento
Come dicevamo Enzo ha avuto la possibilità di scegliere la strada del successo, ma nel momento in cui doveva decidere se seguire i suoi sogni o essere responsabile e sacrificarsi per la sua famiglia, ha scelto la seconda delle strade.
Per gli italiani di oggi UNA SCELTA STUPIDA, ma lui ha scelto lo stesso la strada della semplicità, del costruire una famiglia, dando l’esempio dell’importanza dello spirito di sacrificio, del senso di comunità e del senso di responsabilità, il tutto vissuto con il sorriso sulle labbra con la consapevolezza che sarebbe stato ripagato dalle figlie, dalla famiglia e dal suo paese…… e così è stato.
Ieri al suo funerale davvero tantissimi Varanesi, Viazzanesi ed oltre, hanno deciso di salutare Enzo all’inizio del suo nuovo viaggio.
Spero fosse, un modo per attribuirgli il suo ruolo di EROE. Non quello che ha battuto Adorni ma quello che ha vissuto la sua vita semplicemente, sinceramente e per questo serenamente.
Don Evio, il parroco di Varano, ha parlato di Enzo come di una persone che, anche se non frequentava molto la chiesa, aveva una sua religiosità. La sua religiosità è fare quello che si deve per gli altri con il sorriso sulle labbra e la serenità nel cuore, come ci ha insegnato Gesù. Per questo penso, che nonostante non sia andato spesso a Messa, Enzo si sia guadagnato il suo angolo di Paradiso.
Inseriamo nell’ articolo un commento su facebook di Norberto Naummi
“Apprezzo molto l’evidente intento positivo di parlare di Enzo, di mio zio Enzo. Solo preferirei lasciare da parte il termine eroe, sostituendolo con brava persona o galantuomo. Come si usava un tempo. Lui era cresciuto con i vecchi cari e sani principi e a questi ha dedicato la sua vita. In questa semplicità e nella capacità di perseguire quegli ideali per tutta la vita, trasmettendoli non solo alle figlie, ma a tutti quelli che lo conoscevano stava la sua peculiarità, la sua grandezza. Credo che anche lui sarebbe d’accordo.”