Domenica 30 e Lunedì 31 ottobre 2016 al Foro 2000 di Fornovo Taro, la 15ma edizione della rassegna internazionale dei vini naturali e biodinamici, ha raggiunto un apice mai visto. Dai 12 espositori della prima edizione si è arrivati a 164 con altri vignaioli in lista di attesa. Un afflusso di circa 5.000 visitatori in 17 ore.
Video rassegna e interviste TG VideoTaro 3-11-2016 (al 7′ 35″)
Le interviste agli espositori sommelier e pubblico: Stefano Bellotti, Nadia Verrua, Filippo Valla, Antonino Barraco, Kristina Mervic, Az.Agr. Meinklang, Paolo Tegoni, visitatore.
Un movimento di insurrezione culturale, per una agricoltura naturale, contro lo sfruttamento indiscriminato del pianeta terra.
Nei tre stand messi a disposizione dalla Pro Loco non c’è stato un attimo di respiro. Tavoli di assaggio sempre affollati di visitatori, dove era difficile muoversi e districarsi tra le corsie.
Oltre a Francesi e quasi tutte le regioni della nostra penisola, c’erano vignaioli provenienti dal Portogallo, Austria, Slovenia e Slovacchia.
Ora il pianeta vino deve fare i conti con questo nuovo modo di intendere l’agricoltura. Sono centinaia di “zolle ribelli” come la natura vuole.
Una lotta culturale, che si abbina in toto alla presentazione del libro di Jonathan Nossiter, “Insurrezione Culturale”. Fatto di oscuri presagi di un mondo, quello dell’uomo, che corre troppo in fretta, modificando il ritmo biologico della natura, vigneti compresi.
Il convegno di Lunedì si è incentrato sulle pianti indicatrici dello stato di salute del proprio terreno. Un fai da te condotto dal giornalista Samuel Cogliati per mantenere sano ed equilibrato il proprio vigneto e non solo, suggerito da uno profondo studio del botanico Gérard Ducerf.
Quest’anno il porta bicchiere da assaggio è stato creato dalle mani delle donne d’africa, una iniziativa per sostenere l’educazione e l’istruzione nella regione Thies del Senegal.
Alla fine tutto è andato bene con qualche lamentela sui parcheggi selvaggi, il rumore di fondo, e i cartelli degli espositori troppo bassi per essere visti, sempre coperti dalle troppa gente ammassata ai tavoli. Ma per la maggior parte va bene così.