Al Circolo ACLI della Parrocchia di Fornovo, la mostra di oggetti del mondo contadino creata da Leonardo Restori di Riccò, è stata un successo.
Un centinaio di capolavori di manualità e pazienza, in formato ridotto e tutti funzionanti. Sono gli oggetti da lavoro di un mondo contadino, rimasto oramai solo un ricordo nei più anziani.
Leonardo classe 1937, ha lavorato 30 anni alla Bormioli a Parma. Quando va in pensione, per non rimanere con le mani mano, ricrea quel fantastico mondo di quando era bambino.
Tutto piccolo. Piccole le sue miniature in ferro, rame e legno. Ricordi visivi di quando era piccolo, cresciuto fino a dodici anni nelle campagne di Boschi di Bardone. Poi come un esodo, anche lui si trasferisce a valle prima a Citerna e poi a Riccò.
Passano decenni, ma quei momenti non si scordano mai. Dice che i grandi non erano capaci di fare le cose nemmeno ad un manico da badile. Lui sì. Questa stupenda manualità nascosta, esplode quando è in pensione.
Un paragone con il museo Contadino di Guatelli? Si. Un giorno a due passi da casa vede una “machina da bàter”. E’ la in mezzo ai rovi, come un tempo “il maestro” ammassava dove poteva le sue cose. Tutte quelle abbandonare dagli altri.
La macchina da trebbiare è il suo primo capolavoro di pazienza e precisione. Niente foto o cataloghi per copiare. In dieci anni, giorno dopo giorno, sforna decine e decine di oggetti. Grandi e sempre più piccoli. Sono fatti soprattutto di legno: olmo, noce, abete, salice e pioppo.
Il carro: l’ultima creazione.
Visto il successo, a Leonardo piacerebbe fare altre mostre, magari nelle scuole per ricordare alle nuove generazioni che il benessere che troviamo lo dobbiamo alle fatiche di chi ci ha preceduto.