[a fondo pagina il video con le immagini ]
Da diversi giorni chi percorre le strade del comune di Varsi ha modo di vedere dei cartelloni contro lo sversamento in fiume dei liquami. Proprio quelli che vedete delle immagini che abbiamo trovato nei pressi di ponte Vetrione ed all’ingresso di Varsi.
L’iniziativa sostenuta dal popolo del fiume con il patrocinio della Provincia di Parma, del Comune di Varsi e del comune di Bardi, vuole essere un deterrente ad una pratica che in alcune occasione ha interessato l’alveo del fiume Ceno.
Diverse volte durante il 2015 ed il 2016, il Ceno è stato al centro della attenzione dei media perché qualcuno svuotava le cisterne dei liquami, prodotti dagli allevamenti zootecnici, direttamente nel fiume. Ciò ovviamente provoca inquinamento e la morte della fauna ittica.
La pratica ovviamente proibita, è punita dalla legge italiana con diversi anni di carcere.
Le foto sui cartelloni sono eloquenti e mostrano crudamente gli effetti degli sversamenti. Un modo per far vedere ai responsabili quello che provocano e un grave danno ambientale, nella speranza che la loro coscienza li faccia ragionare.
La cosa che fa riflette e che in val Ceno i campi sono tanti. Da quando le leggi Europee, nazionali e regionali hanno penalizzato l’allevamento nei territori appenninici, la maggior parte dei terreni sono scarsamente concimati.
I liquami sversati in Ceno sarebbero un toccasana per tali terreni.
Viene quindi da chiedersi perché i liquami non vengono sparsi nei campi?
Forse vanno riviste le normative? forse bisogna trovare un punto di incontro tra allevatori e proprietari dei terreni?
Partendo dal presupposto che lo sversamento è un reato penale, sembra che qualcosa sfugga a quelli che devono evitare tale pratica.
Forse sarebbe sensato, oltre che condannare, capire quale è il problema e trovare delle soluzioni che non penalizzino gli agricoltori e gli allevatori ma li agevolino, evitando che debbano commettere reati.