Scorribande tra caprioli e un branco di lupi, nel Parco del Taro tra Ozzano e Gaiano.
Parlare della presenza del lupo, fino a pochi anni fa, era la “storiella”. Oggi è reale, e viaggia anche sul web. Tanto di foto delle loro orme, e considerazioni spiritose.
L’ innesto forzato per dare equilibrio all’ambiente della montagna, ha dato troppi frutti, e per necessità di sopravvivenza è sceso a valle, fino in città.
Le opinioni sulla sua crescente presenza, è divisa tra le petizioni contro, soprattutto per i danni provocati, e da chi sostiene che in definitiva non attacca l’uomo.
L’avvistamento delle loro tracce e di quelle di un gruppo di caprioli, è sulla sponda destra del fiume Taro, in zona Collecchio tra Ozzano e Oppiano.
Basta fare un poco di trekking e imbattersi in orme di animali in fuga. Tutte in fila, nella stessa direzione. In tanti scappano e uno solo rincorre. E’ una caccia spietata per la sopravvivenza, come nella savana.
Sentiamo cosa ci racconta telefonicamente un ambientalista esperto che frequenta i parchi della nostra zona.
“E’ iniziato tutto un paio di anni fa con una coppia di lupi. Ora sono un branco di sei lupi che stanziano tra Ozzano Taro e Madregolo. Si sono adattati e furbamente evitano l’uomo per non avere dei problemi.
Loro cacciano sopratutto caprioli e cinghiali. Lo fanno prevalentemente di notte, mentre di giorno vanno in luoghi dove non ci vai mai nessuno.
Arrivano dalle colline di Fornovo e raggiungono il Parco di Carrega. Loro seguono le tracce dei caprioli e arrivano anche vicino alle case e nei parchi della città.
Se i bambini delle scolaresche prendono qualche zecca durante le visite ai parchi è colpa di questi animali selvatici.